Tra settembre ed i primi giorni di novembre del 1943 sono state scritte alcune tra le pagine più dolorose della storia di Conca della Campania.
Dopo una fase di stallo lungo il corso del fiume Volturno, il fronte si muoveva in direzione di Cassino e della linea Gustav. Proprio per la sua ubicazione tra le linee difensive tedesche Barbara e Bernhardt, Conca della Campania fu teatro di diversi episodi di violenza sull’inerme popolazione.
Contrada Del Monte, giovedì 9/9/1943
Pasquale Di Gasparro, militare di 27 anni, fu ucciso perché sorpreso con indosso la divisa militare il giorno seguente all’armistizio. Poco prima della cattura, aveva affidato alla moglie la piccola figlia di 7 mesi che teneva in braccio.
Cave, lunedì 1/11/1943
Su un promontorio appena ad ovest della frazione Cave, conosciuto col toponimo “Faeta”, nella mattinata del 1° novembre, avvenne l’esecuzione di 15 civili, di età compresa tra i 16 e gli 82 anni, rastrellati per le strade del paese.
Le vittime
- Ardito Silvestro fu Nicola, contadino, n. 24/05/1866, da Cave, anni 77
- Calce Agostino fu Giacomo, contadino, n. 30/06/1881, da Cave, anni 62
- Cerasuolo Antonio fu Angelo, carbonaio, n. 13/06/1889, da Cave, anni 54
- Cerasuolo Pasquale di Antonio, carbonaio, 22/10/1927, da Cave, anni 16
- Di Gasparro Giacomo fu Giuseppe, commerciante, n. 31/03/1891, da Cave, anni 52
- Di Gasparro Vincenzo fu Antonio, pensionato, n. 18/04/1864, da Cave, anni 79
- Di Gasparro Orazio fu Stefano, invalido, n. 20/06/1861, da Cave, anni 82
- Di Salvo Domenico di Giovanni, contadino, n. 06/12/1918, da Catailli, anni 25
- Di Salvo Domenico fu Giovanni, contadino, 07/04/1887, da Catailli, anni 56
- Di Salvo Guerrino fu Raffaele, artigiano, n. 14/03/1865, da Cave, anni 58
- Di Salvo Giuseppe fu Domenico, contadino, 05/03/1882, da Cave, anni 61
- Grassini Antonio fu Raffaele, contadino, n. 31/07/1890, da Cave, anni 53
- Racca Eduardo fu Angelo, possidente, n. 12/06/1890, da Cave, anni 53
- Riccio Gennaro di Giovanni, invalido, n. 19/09/1885, da Cave, anni 78
- Santangelo Antonio fu Salvatore, contadino, 26/04/1875, da Cave, anni 68
- De Orchis Antonio fu Giovanni, contadino, n. 27/05/1867, da Cave, anni 76.
Nel rapporto dell’indagine anglo-americana, questo nominativo figura tra le vittime di Faeta al posto di Riccio Gennaro (14). Testimoni e storici rifriscono di un incontro fatale tra De Orchis ed i soldati tedeschi diretti in Via Faeta con gli altri ostaggi. Il malcapitato fu ucciso a colpi di mitra nei pressi della chiesa di S. Antonio Abate a Cave ed il cadavere fu occultato sotto poca terra. - Pescarino Antonio di Alfonso, contadino, n. 26/01/1928, da Catailli, anni 15, fu ucciso a colpi di mitragliatrice avendo tentato la fuga mentre veniva condotto con gli altri verso Via Faeta.
- Calce Giuseppe di Agostino, contadino, n. 04/09/1915, da Cave, anni 27, ucciso con colpi di mitragliatrice in località “Patierno”.
Le cause e la pianificazione della strage
L’eccidio potrebbe essere stato pianificato in risposta all’uccisione, avvenuta il giorno precedente, di uno o due soldati tedeschi.
Per la dettagliata programmazione e le modalità di esecuzione, possiamo senza dubbio alcuno dire di trovarci difronte a vere e proprie forme di repressione “antipartigiana”.
Come possiamo leggere nelle varie testimonianze allegate ad un’inchiesta anglo-americana, a dirigere l’esecuzione fu un militare tedesco “con una placca in petto” (quasi certamente un membro della Feldgendarmerie, polizia militare) che lesse una “carta” prima di procedere direttamente alle esecuzioni con un colpo di pistola alla nuca, a cui seguirono raffiche di mitra del plotone d’esecuzione formato da soldati della Divisione Hermann Göring.
Prima dell’esecuzione, ai civili fu ordinato di scavare le buche entro le quali sarebbero poi stati occultati i loro cadaveri.
Alla medesima strage di Faeta, per quanto abbiamo già detto, possono essere riferite le uccisioni di Antonio De Orchis, Antonio Pescarino e Giuseppe Calce.
La testimonianza di Vincenzo Iulianiello
Quella che segue è la trascrizione della dichiarazione autografa di Vincenzo Iulianiello, testimone oculare dell’eccidio di Faeta, resa agli americani il 28/12/1943.
Io sottoscritto Iulianiello Vincenzo dichiaro che ho visto tutta la fucilazione dei 15 uomini a Cave di Conca della Campania il 1-11-1943 in località denominata Faeta in fondo ha una profonda valle. Io mendre ero nascosto dentro a certa regna un centinaia di metri ho visto che otto Tedeschi della divisione GOERING in mezzo c’era uno con una placca in betto che forze era della pulizia, e portavano 12 uomini in mezzo arrivati in certo punto si sono divisi 3 hanno fatti una via verso il vallone e altri hanno andati diritti arrivati al vallone gli hanno messi in fila e hanno letto una carta che io non capivo e poi quello che ci aveva la placca ha preso la pistola, e cominciato ha sparare contro e hanno caduti a terra i tre uomini italiani e poi gli altri tre tedeschi con il fucile mitragliatore gli hanno mitragliati e appena sparati gli hanno buttati vicino ad un limatone saluti dove erano altri 7 uomini italiani in mezzo ha altri 4 soldati Tedeschi, arriva gli altri 4 Tedeschi lo stesa quello con la placca, lesse la carta, scritto e appena finito gli spara con la pistola, e gli altri gli sparano con il fucile mitragliatore finito di sparare vanno via verso il paese trovano altri 5 uomini 3 accompagnato da tre Tedeschi arrivati vicino e gli hanno portati vicino a gli altri 3 vicino al burrone hanno letto la stessa carta e hanno sparato con la pistola e poi mitragliato e gli altri due uomini gli hanno fatto fare il fosso agli altri sette e fatti atterrare poi gli hanno sparati con la pistola e poi mitragliati, e gli hanno atterrati loro leggermende.
Cave di Conca della Campania 28.12.1943
Orchi, lunedì 1/11/1943
La mattina del 1 novembre 1943, pochi minuti dopo l’uccisione di un militare tedesco, scattò una feroce rappresaglia. Iniziarono saccheggi ed incendi culminati con l’esecuzione di 9 civili (otto uomini e una donna) di età compresa tra i 15 ed i 73 anni.
Le cause
Il 1° novembre alle 8:00 del mattino arriva nella piazza di Orchi un frate mendicante. Questi, incontrati alcuni uomini del posto si qualifica come “colonnello” dell’Esercito americano, chiedendo informazioni sulle postazioni tedesche della zona.
Nella stessa mattinata il finto frate viene catturato da un soldato tedesco e condotto al centro del paese. Ma con l’aiuto di Angelo Di Spirito e Americo D’Alessandro, riesce a liberarsi e ad uccidere il militare tedesco.
Il “frate” è stato identificato in Umberto Baracchini, civile italiano al servizio del controspionaggio americano (CIC), aggregato, come perlustratore, al 7° reggimento della 3ª divisione di fanteria americana.
Le vittime
- Capraro Nicola fu Angelo, n. 01/02/1870, anni 73
- Cinquegrana Domenico di Giovanni Arcangelo, studente, n. 23/03/1927, anni 16
- Cinquegrana Giovanni Arcangelo fu Domenico, possidente, n. 01/09/1903, anni 40
- De Simone Alfredo fu Cesare, possidente, n. 05/02/1889, anni 54
- Di Petrillo Generosa fu Francesco, domestica, n. 01/01/1876, anni 67
- Iacobo Vincenzo fu Antonio, contadino, n. 16/03/1919, anni 24
- Imondi Nicola fu Paolo, contadino, n. 02/11/1927, anni 15
- Martellini Antonio di Giovanni, contadino, n. 27/04/1905, anni 38
- Simeone Alfredo fu Casimiro, contadino, n. 31/08/1923, anni 20
La testimonianza di Ada D’Alessandro
Mentre il paese era in fiamme uscimmo da una casa per entrare in un’altra più sicura, ma lungo il percorso i tedeschi presero mia madre Ida, 48 anni, mia sorella Edda, 14 anni, Elvira, di 4 anni, che mamma teneva in braccio, e me, di 7 anni. I nazisti ci condussero nella piazzetta del paese dove già si trovavano i primi due uomini catturati: Arcangelo Cinquegrana, di 40 anni, e il figlio Domenico, di 17 anni. Ci tenevano rigorosamente in fila per fucilarci. Mia madre supplicava piangendo disperatamente di lasciare andare almeno noi bambine, ma quei militari non si lasciavano commuovere. Ad un certo momento, mia sorella Edda, terrorizzata e smarrita, tentò improvvisamente di fuggire, ma un soldato la inseguì con la pistola puntata e la riportò sul posto con modi minacciosi. Quando i fucili erano già puntati verso di noi la Provvidenza volle che sopraggiunsero frettolosamente due altri militari tedeschi, richiamati, forse, dalle nostre grida, così uno di loro, vedendoci stremate dal pianto e dalle invocazioni ci fece segno di allontanarci. Un istante dopo sentimmo i ripetuti colpi dei fucili.
Ada D'AlessandroPonterotto, lunedì 1/11/1943
Il 1° novembre Vincenzo Cinquegrana (contadino, n. 10/03/1905 di anni 38) fu catturato in una grotta in località Ponterotto per aver trasgredito al bando sul lavoro del 23 settembre. Fu ucciso da tre militari tedeschi alla presenza della madre, che cercò in tutti i modi di opporti alla violenza.
Pitiano, lunedì 1/11/1943
Il 1° novembre, Paolina Ricciardi (di Antonio, impiegata, n. 19/04/1922, anni 21) nascosta nei pressi di una grotta in località Pitiano, avendo scorto l’arrivo di militari tedeschi cercò di fuggire, ma fu gravemente ferita alla testa con un colpo di mitra. Ricoverata presso l’ospedale da campo di Pietramelara, morirà l’08/11/1943.
Piantoli, martedì 2/11/1943
Antonia Ciotti (fu Vincenzo, casalinga, n. 07/08/1865, anni 78) e Maria Ciotti (fu Vincenzo, casalinga, n. 01/06/1869, anni 74) vennero sorprese nella loro abitazione successivamente all’ordine di evacuazione dell’abitato. Essendosi opposte con forza alla requisizione di acuni beni, furono prima immobilizzate e poi bruciate vive nella loro casa.
Vallecardi, martedì 2/11/1943
Il giorno 2 novembre a Vallecardi, Luca Amato (militare, n. 31/07/1922, anni 21) venne rastrellato per poi essere ucciso in località San Marco. Stessa triste sorte toccò al fratello Carmine Amato (contadino, n. 16/07/1924, anni 19) corso a cercarlo nelle campagne.
Selva Pantanella, mercoledì 3/11/1943
Il 3 novembre il 15enne Gaetano De Cubellis (contadino, n. 17/04/1928), rifugiato in una grotta in località “Selva Pantanella” della frazione Vezzara, allontanatosi dal riparo, fu colpito dal fuoco di alcuni soldati tedeschi. Morì il giorno successivo per le ferite riportate.
Villa Del Monte, giovedì 4/11/1943
Il 3 novembre, furono catturati cinque uomini e rinchiusi negli scantinati di Villa del Monte (nei documenti “Casino Belmonte”), dimora signorile situata tra Cave e Conca della Campania ed utilizzata come sede del comando tedesco locale.
Avendo l’arrivo degli alleati determianto la rapida smobilitazione del comando, il successivo 4 novembre Villa del Monte fu minata e fatta crollare, lasciando sepolti vivi i prigionieri.
Nei giorni successivi, si udivano ancora i lamenti dei malcapitati, al cui soccorso non si potè procedere data l’ingente mole di macerie da rimuovere e per i combattimenti ancora in corso. Fu possibile estrrarre i corpi solo il 29 giugno 1944.
Le cause
Le testimonianze locali riferiscono che in un casolare tra “Rio Petroso” e Monte Friello, alcuni soldati tedeschi, spacciandosi per americani, cercassero di ottenere informazioni sui loro commilitoni da alcune donne.
Alle richieste risposero cinque uomini, nel frattempo usciti fuori dai loro rifugi, che fornirono informazioni dettagliate ai tedeschi. Immediatamente, furono catturati e condotti al comando di Villa del Monte.
Le vittime
- Canale Antonio fu Luigi, contadino, n. 03/02/1885, anni 59
- De Ciccio Francesco fu Domenico, contadino, n. 23/04/1881, anni 63
- Martone Raffaele di Crescenzo, contadino, n. 26/07/1885, anni 59
- Santillo Francesco fu Pasquale, contadino, n. 29/08/1884, anni 60
- Simone Luigi di Giuseppe, contadino, n. 13/08/1923, anni 20
La Medaglia di Bronzo al Merito Civile
Piccolo centro, occupato dall’esercito tedesco a difesa della linea Gustav, fu oggetto di violenti rastrellamenti e deportazioni che causarono la morte di numerosi ed eroici cittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio – Conca della Campania (CE), luglio-novembre 1943
21/02/2005 - Presidenza della Repubblica ItalianaLa Giornata della Memoria
Per non dimenticare questi tristi giorni della Storia di Conca della Campania, l’Amministrazione Comunale con Delibera di G.C. n. 75 del 16/10/2009 ha istituito la “Giornata della Memoria”, che si celebra il 1 Novembre di ogni anno.
I monumenti
- Un monumento per ricordare tutte le vittime di guerra è stato realizzato nell’immediato dopoguerra presso il Cimitero Comunale.
- Nel 1969 fu realizzato in Conca Centro un monumento ai caduti di tutte le guerre.
- Nel 1997 è stato realizzato il monumento ai Martiri di Orchi di Conca della Campania.
- Nel 1999 , presso la chiesetta di S. Marco a Piantoli di Conca della Campania, è stato realizzato un monumento per l’eccidio di Villa del Monte.
- Nel 2009 l’Amministrazione Comunale ha apposto una targa commemorativa dell’Eccidio in Via Faeta.
- Nel 2013, sempre l’Amministrazione Comunale, ha realizzato un monumento ai Martiri di Via Faeta in Piazza Chiesa a Cave ed una Croce commemorativa in Via Faeta, nei pressi del luogo dell’eccidio.
La richiesta della Medaglia d’Oro
Con Delibera di G.C. n° 58 del 30/09/2011 l’Amministrazione Comunale di Conca della Campania, allegando una memoria storica contenente nuovi elementi sugli eccidi nel 1943, ha chiesto il conferimento della Medaglia d’Oro al Merito Civile.
Bibliografia
- L. De Felice, Conca della Campania e il contributo alle grandi guerre 1918-1945, Laurenziana, Napoli, 1968
- F. Corvese (a cura di), Erba rossa. Mostra documentaria e fotografica sulle stragi naziste del 1943 in Campania, catalogo, Istituto Campano per la Storia della Resistenza “V. Lombardi”, Napoli, 2003
- A. De Santo, Le stragi di Conca della Campania, in Terra bruciata. Le stragi naziste sul fronte meridionale, a cura di G. Gribaudi, Napoli, 2003, pp. 294-310
- F. Giustolisi, L’armadio della vergogna, Roma, 2004
- P. Comparelli, Una tragedia dimenticata. L’eccidio nazista del 1943 a Conca della Campania, Curti, 2004
- F. Corvese, L’autunno di sangue in Campania, in «Resistenza/Resistoria», Bollettino dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza “Vera Lombardi”, n. s., 2/2004, pp. 29-34
- F. Corvese, La guerra nazista contro i civili dell’autunno 1943 nella Campania settentrionale, in «Resistenza/Resistoria», cit., terza serie, 2007-2008, pp. 117-139
- G. Angelone, “In preda al più cupo terrore”. Per una nuova interpretazione delle stragi naziste di Conca della Campania, Formia, 2011
- www.straginazifasciste.it