“Figurò nei tempi andati per i suoi bastioni, mura e magnifiche porte…” Così scriveva di Conca, nella seconda metà del XIX secolo, l’Arciprete Giacomo Castrucci.
Effettivamente il paese era cinto da mura, lungo le quali si aprivano tre porte “…vigilate di notte dalle guardie del Principe…”, come suggestivamente suggerisce Lorenzo De Felice.
Lo stesso De Felice ricorda i nomi delle porte:
- “N’capo la terra”, era la porta principale e fu demolita per consentire la costruzione del Palazzo Galdieri, iniziata alla fine del XIX secolo e conclusasi agli inizi del XX secolo.
- “Orto Ranica”, punto di accesso per chi proveniva da Cave giungendo dalla Via Consolare Latina (Via Casilina).
- “Dei Mulini”, era quella per chi arrivava a Conca percorrendo la Sessa Mignano.
Sulla denominazione e il posizionamento delle porte, può essere utile un confronto con quanto riferito dall’ingegnere e tabulario Gennaro Sacco in un “apprezzo” del feudo di Conca, redatto per conto della Regia Camera della Sommaria di Napoli nel 1698.
- A levante si trovava la porta principale detta “Capo alla Terra”, ornata con pietre locali intagliate ed affreschi dei santi protettori di Conca San Sebastiano martire e San Vincenzo Ferrerio.
- A ponente, nella parte bassa del paese, si apriva la porta “delle moline”.
- A settentrione, invece, si accedeva a Conca attraversando la “Porta della Fontana”.
Tornando alle mura che cingevano l’abitato, sono ancora visibili quelle a nord-ovest dello sperone ove si allunga il centro storico di Conca, ripulite dalla vegetazione durate i lavori di ripristino del “Sentiero dei Mulini”.
Bibliografia
- San Salvatore Seus Santa Maria della Libera di Conca della Campania (Caserta), Lorenzo De Felice 1993
- Apprezzo della Terra di Conca nel 1698, conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli, Archivi Notarili, Archivi dei Notai del XVII secolo – Pozzi, piano I, scheda 540 prot. 15 in F. Cubellotti, Conca della Campania dal castrum alla residenza palaziale, Il Poligrafo, Padova, 2018, pag. 28.
Galleria Fotografica delle Mura di Conca della Campania
Foto di Diego G. Di Salvo