Anzitutto vorrei ringraziare gli amici di Conca della Campania per aver pensato al sottoscritto per l’ideazione del monumento di Cave. Il suo processo ideativo si potrà ipotizzare, visto dall’esterno, come un’operazione svolta rapidamente e quasi banale, stante le ridotte dimensioni dell’opera. Ma non è affatto così.
L’idea progettuale
Ideare un elemento con un ruolo ed una valenza simbolica così forti, significa misurarsi con un’operazione nella quale è molto facile commettere errori grossolani o, peggio, offendere, pur senza volerlo, una comunità e le persone cui è principalmente destinato.
Ho sentito forte la responsabilità dell’affidamento ricevuto e mi auguro, con il monumento ideato, di aver incontrato anzitutto il favore dei familiari delle vittime, costantemente nei miei pensieri durante le fasi progettuali.
Quando mi è stato comunicato che il monumento di Cave sarebbe stato dedicato non solo all’eccidio di Faeta, ma anche a tutte le vittime occorse sul territorio concano, ho subito compreso che l’operazione da compiersi sarebbe stata tutt’altro che semplice.
Serviva una buona idea, capace di sintetizzare tutti gli eventi ed i valori simbolici insiti.
Fra le varie ipotesi di lavoro, tuttavia, ne è subito prevalsa una: enfatizzare un elemento che fisicamente, materialmente, potesse connettere i punti del territorio, ben precisi, ove si svolsero quei fatti drammatici.
Come potete vedere dalle immagini cartografiche che mi sono state d’ausilio, tutti i luoghi in questione convergono idealmente sulla piazza di Cave con una certa regolarità geometrica e questi segni così forti potevano quindi essere assorbiti dall’idea progettuale ed essere materializzati sul monumento e su tutta la superficie della piazza stessa. Una piastra sufficientemente ampia poteva raccogliere queste linee provenienti dalla pavimentazione della piazza ed enfatizzarle ulteriormente, a beneficio di quanti raccolti intorno al monumento, così da offrire un elemento semplice, ma efficace, per ricordare tutti gli eventi occorsi.
Il punto di incontro delle linee, ognuna delle quali proviene da uno dei luoghi degli eccidi, sarebbe stato quello nel quale, drammaticamente, evidenziare la spaccatura delle lastre verticali, sulle quali riportare nomi e cognomi delle vittime. Un gioco di semplici elementi, necessario anche a supportarli, ha consentito di tenere in piedi le lastre con i nominativi e a configurare, contemporaneamente, una croce nel vuoto della spaccatura.
Questa modalità ha consentito di alleggerire la composizione architettonica e di utilizzare non solo i volumi pieni, ma anche il vuoto, a beneficio dello sfondo del monumento che con il suo magnifico panorama, fatto di verde lussureggiante e di cielo, meritava di essere usato dal progetto, per agevolare lo stato contemplativo dei fruitori.
Questa è la sintesi estrema del processo progettuale, con il quale volutamente ho inteso giungere ad un risultato semplice e comprensibile a tutti. Semplicità che non vuol dire semplicismo. L’architettura deve sempre essere un processo di sintesi. Pertanto, almeno nella mia concezione, il risultato finale può al più presentare delle complessità, ma non inutili complicazioni. Potete infine vedere, dai grafici proposti, che ho molto giocato anche con particolari proporzioni geometriche e matematiche, tanto dei singoli elementi, come dell’insieme. Si tratta però di elucubrazioni personali che sovente accompagnano le mie composizioni, sulle quali non mi dilungo. I fruitori del monumento forse le percepiranno, senza esserne consapevoli.
Il progetto di pavimentazione della piazza
Naturalmente la realizzazione del monumento rappresenta la prima e più importante fase del progetto ideato per Cave, ma solo la realizzazione della pavimentazione della piazza potrà darvi compiutezza, pertanto, con il monumento, ho donato all’ Amministrazione anche i grafici della pavimentazione, augurando loro di riuscire a darvi seguito.
Non mi dilungo ulteriormente. Ringrazio Diego per il suo supporto e ringrazio di cuore tutti voi.
Crediti
Dagli atti della “Giornata della Memoria” del 1 Novembre 2013.
Galleria Fotografica
Foto di Diego G. Di Salvo e Fabio Cubellotti