Quella del 1876 fu una stagione politica molto travagliata a Conca della Campania. Cessato il mandato di Ernesto Santangelo, era necessario procedere alla nomina del nuovo Sindaco [1].
Con regio decreto del 12 marzo la nomina cadde su Bartolomeo Galdieri (nato l’8 luglio 1852 da Gennaro e Lucrezia Galdieri). La scelta governativa, però, non risultò gradita ad una consistente parte del Consiglio comunale, che reagì con le dimissioni di 3 assessori e 7 consiglieri [2]:
Nome del dimissionario | Carica |
---|---|
Giuseppe Sensi | Assessore |
Aquilino Galdieri | Assessore |
Nicola Sarao | Assessore supplente |
Ernesto Santangelo | Consigliere |
Vincenzo Rosati | Consigliere |
Giacinto Santangelo | Consigliere |
Antonio Simone | Consigliere |
Raffaele Simone | Consigliere |
Pasquale de Simone | Consigliere |
Pasquale Galdieri | Consigliere |
All’esito delle dimissioni il Consiglio comunale di Conca della Campania era ridotto a meno di 2/3 e l’Amministrazione risultava di fatto paralizzata.
I presunti disordini del 31 marzo 1876
Il 31 marzo 1876 le autorità vennero allertate per presunti disordini a Conca dipendenti dalla nomina del nuovo Sindaco.
Tuttavia, dall’indagine condotta dal delegato di P.S. di Sessa Aurunca, Giovanni Bozza, non risultò nulla di serio. Un gruppo di persone [3] si era recato a Conca per incontrare tanto il nuovo Sindaco, nella cui casa si festeggiò fino a tarda notte, che il consigliere provinciale Luca Galdieri. Nel pomeriggio, lo stesso gruppo di persone con il sindaco Bartolomeo Galdieri, si era trattenuto a discutere presso la farmacia di Ernesto Santangelo, sindaco uscente.
Nessun disordine, dunque, ma la situazione politica era assai tesa. Appresa la notizia della nomina a sindaco di Bartolomeo Galdieri, infatti, lo zio Luca aveva chiamato a raccolta i suoi Consiglieri fidati, invitandoli a dimettersi. Nello stesso tempo, Aquilino Galdieri (fratello di Luca) ed il neosindaco Bartolomeo Galdieri percorrevano in lungo ed in largo Conca e frazioni per incontrare, ciascuno per il proprio partito, i Consiglieri indecisi.
Le ragioni dello scontro politico
Sulla base di quanto riferito dal Delegato di P.S. al Sottoprefetto di Gaeta in Formia, avv. Emilio Caracciolo di Sarno, il clima di ostilità politica verso il nuovo Sindaco era riconducibile alle comuni ambizioni dei protagonisti alla massima carica municipale. Ernesto Santangelo, ad esempio, si attendeva una riconferma; Aquilino Galdieri, invece, aveva ricevuto promesse in merito; Luca Galdieri, infine, non accettava che il nipote Bartolomeo fosse stato preferito al figlio Pasquale.
Ma a ben vedere, l’assedio politico a Bartolomeo Galdieri originava da altre ed irrisolte questioni; tant’è che nel chiudere il suo rapporto al Sottoprefetto di Gaeta, il Delegato di P.S condizionava la tempestiva uscita dall’impasse alla preventiva risoluzione delle “quistioni d’interessi che fra entrambe famiglie esistono”.
Qualcosa in più possiamo capire dalla relazione resa dal nuovo Sottoprefetto di Gaeta, cav. avv. Salvatore Correa [4], al Prefetto di Terra di Lavoro, avv. Agostino Soragni, il 22 luglio 1876:
“La popolazione del Comune di Conca della Campania è divisa in due partiti, uno capitanato dal Signor Luca Galdieri Consigliere Provinciale, l’altro da Bartolomeo Galdieri attuale Sindaco. Stretti in legami di parentela i due Galdieri sono grandemente divisi dall’ambizione volendo ambedue primeggiare e regolare l’amministrazione del Comune.
Prepotente e ricchissimo il primo, meno ricco più arrendevole alle mire governative il secondo, venne scelto Sindaco con Decreto del 12 Marzo ultimo nel corrente triennio. Questa nomina non risultò gradita al Galdieri Luca, poiché a quanto si dice, avendo egli proprietà limitrofe a quelle del Comune vorrebbe colla sua influenza condurre le cose in modo che il Comune stesso offrisse a lui in vendita tali proprietà per un prezzo inferiore al valore loro effettivo, ed anche sciogliere con tale acquisto tutte le questioni che il Galdieri Bartolomeo avrebbe ventilato per possibili usurpazioni dei beni comunali” [5].
Le elezioni straordinarie del 28 maggio 1876
Falliti i tentativi di conciliazione tra le parti, il 28 maggio 1876 furono indette le elezioni straordinarie per la surrogazione dei Consiglieri dimissionari [6]. I 120 elettori presenti riconfermarono tutti i consiglieri dimissionari:
Nome | Professione | Anni | Voti |
---|---|---|---|
Giuseppe Sensi, fu Gabriele | Possidente | 47 | 110 |
Aquilino Galdieri, fu Pasquale | Possidente | 40 | 110 |
Pasquale Galdieri di Luca | Possidente | 28 | 108 |
Giacinto Santangelo, fu Gennaro | Notaio | 61 | 107 |
Antonio Simone, fu Pasquale | Farmacista | 52 | 105 |
Nicola Sarao, fu Carlantonio | Possidente | 57 | 99 |
Vincenzo Rosati, fu Errico | Possidente | 58 | 97 |
Pasquale Simone, fu Michele | Possidente | 49 | 103 |
Raffaele Simone, di Domenico | Possidente | 42 | 95 |
Ernesto Santangelo, fu Antonio | Farmacista | 34 | 95 |
Giovanbattista Cinquegrana, fu Flaminio | Possidente | 53 | 22 |
Decoroso Galdieri, fu Carlo | Possidente | 55 | 22 |
Francesco Cinquegrana, di Domenico | Possidente | 35 | 21 |
Anselmo Simone, fu Germano | Possidente | 54 | 20 |
Antonio Galdieri, fu Bartolomeo | Possidente | 72 | 18 |
Domenico Maccarone, di Giuseppe | Possidente | 31 | 12 |
Arcangelo Cinquegrana, di Domenico | Possidente | 33 | 11 |
Pietro Simeone, di Antonio | Possidente | 30 | 9 |
Giovanni Pagano, di Filippo | Possidente | 35 | 2 |
Pietro Galdieri, di Antonio | Possidente | 24 | 2 |
Caparo Cazerro, fu Felice | Possidente domiciliato a Piccilli | 72 | 2 |
I voti “perduti” furono 29.
Il sindaco Bartolomeo Galdieri si oppose al risultato elettorale, asserendo esservi almeno tre profili di irregolarità, ma ogni contestazione fu rigettata [7].
Le seconde dimissioni del 28 giugno 1876
Dopo aver atteso il 16 giugno che la Deputazione provinciale effettuasse la notifica agli eletti [8], il 28 giugno 1876 i Consiglieri rieletti presentarono nuovamente le loro dimissioni:
“Noi sottoscritti dimettendoci ultimamente da Consiglieri del Comune di Conca della Campania speravamo che il Sindaco avrebbe imitato il nostro esempio, sapendosi dalla maggioranza del Consiglio e della Giunta osteggiato. Egli rimane invece imperturbato al suo posto…”
Ovviamente, veniva sottolineata l’importanza politica della precedente rielezione in blocco dei Consiglieri dimissionari:
“…l’immensa maggioranza degli elettori giudicando fra noi e lui nelle ultime elezioni ne rinominava a consiglieri. La dimissione dunque del Sindaco è richiesta dal popolo tutto” [9].
Il Ministero dell’Interno chiede conto
La crisi politica di Conca della Campania era cosa seria. Al Prefetto di Caserta scrisse anche il Segretario Generale del Ministero dell’Interno, on. Pietro Lacava, chiedendo se vi fossero sviluppi rispetto all’ultima nota giunta a Roma il 20 aprile 1876.
Il Prefetto, illustrata la perdurante situazione di stallo, spiegò che a fronte delle seconde dimissioni vi erano due sole alternative: o il Sindaco decideva di dimettersi o si doveva procedere allo scioglimento del Consiglio comunale [10].
Anche il sottoprefetto Correa, nella sua missiva del 22 luglio 1876 al Prefetto di Caserta, individuava nello scioglimento del Consiglio la via da percorrere per sbloccare la situazione:
“… sperando che la presenza di un abile Delegato Regio inviato sul luogo possa riuscire a concordare gli animi e a persuadere gli elettori che tali ambizioni si nutriscono col danno degl’interessi loro e si determinino a mandare al Consiglio elementi dai quali possa sorgere una disinteressata amministrazione, che faccia il bene di quel comune” [5].
Il 28 luglio 1876, pur dichiarando di non aver ancora abbandonato la speranza che il Sindaco potesse dimettersi, il Prefetto scrisse al Ministero riportando puntualmente l’analisi fatta dal Sottoprefetto e suggerendo come eventuale Delegato regio il segretario della Prefettura Pasquale Galatro [11].
A complicare le cose vi era l’ulteriore imminente scadenza dalla carica di 1/5 dei Consiglieri e del Consigliere provinciale. Le relative elezioni si sarebbero dovute svolgere il 6 agosto 1876 [12].
Svanisce ogni speranza di compromesso
Il 22 agosto 1876 il Prefetto di Caserta notificò al Ministero dell’Interno il definitivo fallimento dei tentativi di far fare un passo indietro al sindaco Bartolomeo Galdieri. Invitato per un’audizione, questi aveva preso ulteriormente tempo, dimostrando in tal modo di non volersi dimettere. Al Prefetto non rimase altro da fare che chiedere ufficialmente al Governo di sciogliere il Consiglio comunale di Conca della Campania [13].
Intanto, il 1 settembre 1876, il Segretario Generale del Ministero dell’Interno chiese al Prefetto se fosse vero che il Sindaco di Conca della Campania avesse rassegnato le proprie dimissioni. Se ciò fosse stato vero, sarebbe venuta meno la ragione dello scioglimento [14].
Il 20 settembre il Sottoprefetto di Gaeta chiese nuovamente al Prefetto lo scioglimento del Consiglio. La situazione era paradossale: i Consiglieri dimissionari per la seconda volta erano stati tutti nuovamente rieletti nelle elezioni ordinarie. Ancora una volta, mancando la Giunta, la notifica dell’elezione sarebbe dovuta avvenire d’ufficio da parte della Deputazione provinciale. Ma il Sottoprefetto riferiva: “Si ha certezza di credere – dice il Sottoprefetto – che procedendosi a tale proclamazione, i medesimi Consiglieri presenterebbero per la terza volta le loro dimissioni” [15].
Gli abusi del Sindaco e l’Amministrazione in stato di abbandono
Nella sua missiva al Prefetto del 20 settembre 1876, il sottoprefetto Correa descrisse una situazione disastrosa. Il Sindaco, assente per curare propri affari a Napoli, aveva dato disposizioni affinché la posta del Municipio fosse consegnata presso la sua abitazione di Conca. Qui, tutta la corrispondenza veniva aperta dai fratelli o da parenti del Sindaco e solo successivamente consegnata alla Segreteria comunale. Di lì a poco, inoltre, anche l’Assessore anziano si sarebbe assentato, con ciò lasciando insolute anche le pratiche più urgenti [15].
Lo scioglimento del Consiglio comunale e la nomina del Delegato regio
Nell’udienza del 17 settembre 1876 S.M. Vittorio Emanuele II firmò il Decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Conca della Campania, nominando Pasquale Galatro delegato straordinario per reggere l’Amministrazione fino all’insediamento del nuovo Consiglio [16]. Nella missiva con cui informava il Sottoprefetto dell’avvenuto scioglimento e della nomina del Delegato, il Prefetto annunciava che lo stesso sarebbe giunto a Conca il 27 settembre e che avrebbe dato comunicazione al Consiglio del reale Decreto di scioglimento il seguente 28 settembre [17].
Le dimissioni tardive di Bartolomeo Galdieri
Dopo aver a lungo tergiversato, il sindaco Bartolomeo Galdieri il 25 settembre 1876 – a scioglimento oramai decretato – fece pervenire da Napoli le proprie dimissioni al Prefetto.
“La dignità del sottoscritto, i tempi e gl’interessi di sua famiglia non gli permettono affrontare più oltre una guerra senza limiti e riscontro mossagli da gente piena di ambizione e di spudoratezza. Da ciò resasi critica la posizione del Municipio, né stando a cuore al sottoscritto contribuire alla provocazione di un provvedimento governativo che oltre al gravare d’ingenti spese il bilancio comunale, al certo recherebbe non lievi altri danni al paese, egli sente oggi la necessità di rassegnare, come rassegna alla S. V. Ill.ma le sue dimissioni da Sindaco di Conca della Campania” [18].
Bartolomeo Galdieri reiterò le proprie dimissioni al Prefetto con una seconda missiva datata 29 settembre 1876, in cui tentò di chiarire perché avesse ritardato la decisione, mostrandosi convinto di poter scongiurare lo scioglimento del Consiglio, avendo favorito il rientro delle dimissioni dei Consiglieri comunali a lui avversi.
“Una lunga assenza dal paese ed un vivo desiderio di volere ultimare talune operazioni di amministrazioni pria di rassegnare le mie dimissioni mi hanno fatto indugiare ad adempiere alla promessa fattale.
Oggi però vedendo che per ultimare quelle operazioni si ha bisogno ancora del tempo ed io non desidero tenere ulteriormente indecisa la posizione di cose del mio Municipio, mi affretto a farle tenere qui unite le mie dimissioni, pregandola procurare perché i consiglieri del mio comune, cessata la ragione delle loro dimissioni, le ritirassero subito per così ricostituirsi il Consiglio e la Giunta Com.le” [18].
Il nuovo Consiglio comunale
Sciolto il Consiglio comunale, il 29 settembre 1876 il Delegato regio Pasquale Galatro indisse per il successivo 15 ottobre le elezioni per il rinnovo dello stesso.
Il 17 ottobre 1876, con l’insediamento del nuovo Consiglio e l’elezione della nuova Giunta, il Delegato regio cessò dalle proprie funzioni, affidando l’amministrazione all’Assessore anziano Giuseppe Sensi [19].
All’esito delle elezioni, il nuovo Consiglio comunale di Conca della Campania risultava così composto [20]:
Nome | Età | Professione | Voti |
---|---|---|---|
Galdieri Aquilino | 40 | Proprietario | 103 |
Simone Antonio | 52 | Farmacista | 100 |
Santangelo Ernesto | 34 | Proprietario | 97 |
Simone Filippo | 39 | Notaro | 87 |
Sensi Giuseppe | 47* | Proprietario | 103 |
Santangelo Giacinto | 61 | Proprietario | 102 |
De Ciccio Giuseppe | 45 | Medico | 96 |
De Angelis Giuseppe | 54 | Proprietario | 77 |
Galdieri Pasquale | 28 | Proprietario | 103 |
Simone Pasquale | 49 | Proprietario | 95 |
Cinquegrana Raffaele | 46 | Proprietario | 98 |
Simone Raffaele | 42 | Proprietario | 90 |
Sarao Nicola | 57 | Proprietario | 97 |
Galdieri Vincenzo | 56 | Proprietario | 94 |
Rosati Vincenzo | 59 | Proprietrio | 99 |
* Nello schema originale venne erroneamente indicata l’età di anni 61. Giuseppe Sensi nacque il 1 Gennaio 1830 da Gabriele Sensi (32) e Donna Metilde de’ Urgolo (40) [21].
La Giunta municipale risultava così composta [20]:
Nome | Voti Ottenuti | Carica |
---|---|---|
Sensi Giuseppe | 12 | Assessore Anziano |
Galdieri Aquilino | 12 | Assessore |
Simone Pasquale | 10 | Assessore supplente |
Sarao Nicola | 9 | Assessore supplente |
Il discorso di Giuseppe Sensi al nuovo Consiglio
Durante il primo Consiglio comunale, l’unico a prendere parola fu l’assessore anziano Giuseppe Sensi. Il suo discorso colpì favorevolmente il Sottoprefetto e di riflesso il Prefetto, che ancor più da questo momento lo ritennero, senza troppi misteri, il più idoneo ad essere nominato nuovo Sindaco di Conca della Campania.
Dopo una lunga ed estenuante contesa politica, a cui lui non era rimasto estraneo, Giuseppe Sensi chiedeva ai colleghi Consiglieri di appoggiare l’Amministrazione per il bene del paese. Auspicava lo sviluppo del commercio, anche mediante la costruzione e la cura delle strade rotabili; la diffusione della pubblica istruzione, necessaria per la moralizzazione della massa popolare; riteneva possibile una diminuzione dei balzelli in considerazione della buona salute finanziaria dell’Ente [22].
Verso la nomina del nuovo Sindaco
Ad oltre 3 mesi dall’elezione del Consiglio comunale, il 30 gennaio 1877 il Prefetto di Caserta scriveva al Sottoprefetto di Gaeta per conoscere quali fossero gli attuali equilibri politici, ciò al fine di fornire le giuste indicazioni al Governo per la nomina del nuovo Sindaco [23].
Con nota del 19 febbraio 1877 dalla Sottoprefettura giunse una didascalica risposta:
“L’Amministrazione Comunale di Conca della Campania procede ora regolarmente, con l’intendimento di vantaggiare gl’interessi del paese.
I partiti si sono quietati ed il Consiglio intero è animato dalle migliori intenzioni” [24].
Dovendo proporre, a margine del modulo di elencazione dei componenti il nuovo Consiglio comunale, una terna di nominativi idonei alla carica di Sindaco, ecco cosa scrisse il sottoprefetto di Gaeta cav. avv. Salvatore Correa [20]:
Sensi Giuseppe – “Attualmente Assessore anziano. Uomo conciliante appartenente al partito progressista, e fa di fatto progredire l’Amministrazione. Ha introdotto una Cassa di Risparmio. Ha nella sua gestione sistemata l’Amministrazione comunale colle proprie entrate ed ha esonerato i Comunisti (qui inteso come abitanti del comune n.d.r.) di diversi balzelli. Fa progredire le scuole e si occupa molto della viabilità. Si occupa pure dei regolamenti di polizia e d’igiene e la sua nomina risulterebbe gradita”.
Galdieri Aquilino – “Ricco proprietario di Conca. Uomo di buoni sentimenti e potrebbe fare un’ottima Amministrazione per la sua alta posizione sociale e grande influenza che esercita nel Comune e nei dintorni”.
Simone Pasquale – “E’ ottima persona di discreti sentimenti politici. Proprietario, potrebbe riuscire nell’esercizio delle funzioni di Sindaco”.
“Propongo a preferenza il Sensi come più adatto alle funzioni di Sindaco per le sue qualità personali”.
Ecco invece il parere reso dal prefetto di Terra di Lavoro avv. Agostino Soragni:
“Appoggio la proposta del Sottoprefetto avendo il Sensi dato prova di essere un ottimo e zelante amministratore e di godere il pienissimo appoggio del Consiglio e del popolo” [20].
Il Prefetto ribadì la propria preferenza anche nella missiva del 14 luglio 1877 indirizzata al Ministero dell’Interno:
“Per provvedere alla carica di Sindaco del Comune di Conca della Campania mi onoro proporre alla S.V., conformemente all’avviso del Sig. Sottoprefetto di Formia, il Sig. Sensi Giuseppe che da qualche tempo ne esercita assai lodevolmente le funzioni” [25].
Nonostante Prefetto e Sottoprefetto avessero chiaramente manifestato le loro preferenze per Giuseppe Sensi, dal Segretario Generale del Ministero dell’Interno on. Pietro Lacava giunse una richiesta di parere sull’eventuale nomina di Pasquale Galdieri:
“Persona autorevole mi indicherebbe come opportuna la nomina del Signor Pasquale Galdieri a Sindaco del Comune di Conca della Campania. Prego la S.V. di manifestarmi se è dello stesso avviso” [26].
Il Prefetto dichiarò di ritenere validissimi tanto Pasquale che Aquilino Galdieri, ma tornò ad insistere su Giuseppe Sensi, non solo per le qualità amministrative dimostrate quale Assessore anziano, ma anche perché molto ben visto sia dal Consiglio che dalla popolazione [27].
Resta un mistero chi fosse il tanto autorevole sponsor di Pasquale Galdieri.
Chi è il nuovo Sindaco di Conca della Campania?
Purtroppo, l’unità archivistica consultata non ci offre documenti che indichino incontrovertibilmente il nome del nuovo Sindaco di Conca della Campania.
C’è però da dire che il Calendario Generale del Regno d’Italia per l’anno 1878 non riporta il nome del Sindaco [28]. Ora, poiché questa pubblicazione andava in stampa con i dati fermi alla fine dell’anno precedente o al massimo ai primi mesi dell’anno interessato, è facile dedurre che almeno fino a tutto il 1877 il nuovo sindaco non era stato ancora nominato e che Giuseppe Sensi, da Assessore anziano, continuasse a svolgere le funzioni di Sindaco.
Se da una parte l’esigenza di assicurare un’amministrazione stabile ed efficiente, specie dopo una fase politica tanto travagliata per il paese, faceva propendere per Giuseppe Sensi, logiche di partito, per dir così, spingevano verso la nomina di Pasquale Galdieri.
E fu proprio quest’ultimo a presenziare, in rappresentanza del Comune di Conca della Campania, ai funerali del re Vittorio Emanuele II a Roma il 17 gennaio 1878 [29]. Nell’elencazione delle presenze in Gazzetta Ufficiale, però, questi non venne indicato come Sindaco, anche se è possibile si trattò di un refuso.
E’ invece certo che Pasquale Galdieri fu sindaco di Conca della Campania per gli anni 1879 e 1880 [30].
Note
[1] Per il disposto della legge 23 ottobre 1859 n. 3702 “Legge Rattazzi” e della successiva legge 22 marzo 1865 n. 2248 “Legge Lanza” il sindaco era nominato dal re tra i consiglieri comunali. La carica era triennale e poteva essere riconfermata se il sindaco era ancora consigliere.
[2] Le dimissioni furono indirizzate al Sottoprefetto di Gaeta e recavano la data del 22 marzo 1876. A queste seguì l’8 aprile la notizia al Prefetto da parte del Maggiore comandante i Carabinieri della provincia, che riferiva di dimissioni rassegnate il 3 aprile. In tale ultimo senso anche la comunicazione riassuntiva della vicenda resa dal Sottoprefetto di Gaeta al Prefetto di Terra di Lavoro in data 22 luglio 1876. Cfr. Carabinieri Reali Legione di Napoli Provincia di Caserta n° 2321 dell’8 aprile 1876 e Sotto-Prefettura del Circondario di Gaeta in Formia del 22 luglio 1876, riscontro alla nota n° 505-4 Prefettura Gabinetto, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826
[3] Tra i presenti il Pretore, il Ricevitore ed il Cancelliere di Roccamonfina; il cav. avv. Amore.
[4] La nomina a Sottoprefetto di Gaeta del cav. avv. Salvatore Correa avvenne nel maggio 1876. Cfr. Un esempio della burocrazia nel Regno d’Italia. Le schede biografiche dei consiglieri delegati (1887), Vincenzo G. Pacifici, Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno, 2014, pag. 71.
[5] Cfr. Sotto-Prefettura del Circondario di Gaeta in Formia del 22 luglio 1876, riscontro alla nota n° 505-4 Prefettura Gabinetto, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[6] Il Consiglio comunale non aveva i numeri per prendere atto delle dimissioni, né la Giunta per indire nuove elezioni. La presa d’atto delle dimissioni, però, veniva considerata atto puramente formale, anche in virtù della decisione del Consiglio di Stato dell’8 aprile 1874. Per questi motivi, si ritenne di poter procedere all’indizione di elezioni di surrogazione. All’indizione avrebbe dovuto provvedere la Giunta, anch’essa dimissionaria. Si applicò in via analogica l’art. 26 del Regolamento per l‘esecuzione della legge comunale e all’indizione delle elezioni provvide la Deputazione Provinciale (organo esecutivo della Provincia composto da membri eletti nel Consiglio provinciale e presieduta dal Prefetto) con provvedimento del 4 maggio 1876. Cfr. Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[7] Bartolomeo Galdieri innanzitutto ritenne dover contestare i voti di Pasquale Galdieri di Luca, visto che nel Comune c’era un Pasquale Galdieri di Vincenzo. In secondo luogo, contestava essere avvenuta una nuova numerazione delle schede, ciò essendo vietato dalla legge. In ultimo, lamentava che il voto non fosse stato spontaneo. Quaranta analfabeti erano presentati nelle liste elettorali e dunque costoro dipendevano da altri per la compilazione delle schede di voto.
Circa la prima contestazione, si rispose che l’omonimo da tempo non dimorava più a Conca e non era elettore del Comune. Vi era poi il fatto che tutti i Consiglieri dimissionari erano stati rieletti. Appariva quanto mai singolare che gli elettori avessero voluto rieleggere tutti i dimissionari tranne Pasquale Galdieri, preferendo al suo posto un omonimo.
Circa la seconda contestazione, si precisava di non aver provveduto ad un nuovo scrutinio ma unicamente a “numerare soltanto quante fossero le schede che segnavano la paternità del Signor Pasquale Galdieri e quante no, quantunque da pria non fussero messe separate”.
Circa la terza contestazione, si osservava che le liste elettorali erano state approvate dalla Prefettura e che nessuna pressione sugli elettori era avvenuta nella sala elettorale.
Vale la pena ricordare che il Collegio che curò le attività elettorali era così composto (eletti nelle operazioni preliminari alle successive operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio comunale):
Nome | Anni | Voti | Carica |
---|---|---|---|
Giuseppe Sensi | 47 | 98 | Presidente |
Giuseppe De Simone* | 33 | 97 | Scrutatore |
Luca Galdieri | 56 | 95 | Scrutatore |
Giacinto Santangelo | 61 | 89 | Scrutatore |
Pasquale Sarao | 38 | 89 | Scrutatore |
Giuseppe Nicastro | Segretario |
Cfr. Verbale per la nomina dell’Ufficio definitivo e per l’elezione dei Consiglieri Comunali di Conca della Campania nell’elezione straordinaria del 28 maggio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
*Giuseppe De Simone era residente a Tora e rivestiva, come Luca Galdieri, la carica di Consigliere provinciale. Era inoltre genero di Luca Galdieri per averne sposato la figlia Giuseppa Serafina il 30 maggio 1869.
[8] In mancanza della Giunta, la notifica fu disposta dalla Deputazione provinciale su richiesta del Prefetto. Cfr. Prefettura di Terra di Lavoro, prot. 13541 del 16 giugno 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[9] Cfr. Prefettura di Terra Di Lavoro, prot. 19837 del 7 luglio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[10] Cfr. Ministero dell’Interno Segreteria Generale n° 16316 – 38 del 4 luglio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[11] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 505-5 del 28 luglio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[12] Cfr. Sottoprefettura del Circondario di Gaeta in Formia Prot. N. 5355 del 2 agosto 1876, riscontro alla nota 505-4 della Prefettura del 24 luglio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[13] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 505-7 del 22 agosto 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[14] Cfr. Ministero dell’Interno Segreteria Generale n° 16216 – 14 del 1 settembre 1876, riscontro al foglio della Prefettura di Caserta n. 505-5 del 22 agosto 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[15] Cfr. Sottoprefettura del Circondario di Gaeta in Formia Prot. N. 8808 del 20 settembre 1876, riscontro alla nota 505-4 della Prefettura del 24 luglio 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[16] Cfr. Ministero dell’Interno Segreteria Generale n° 16216 – 14 del 21 settembre 1876, riscontro al foglio della Prefettura di Caserta n. 505-5 del 22 agosto 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[17] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 505-9 del 23 settembre 1876, riscontro a Sottoprefettura del Circondario di Gaeta in Formia Prot. N. 8808 del 20 settembre 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[18] Cfr. Dimissioni di Bartolomeo Galdieri da Sindaco di Conca della Campania, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[19] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 84 del 24 gennaio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[20] Cfr. Prospetto riepilogativo del Consiglio e della Giunta comunali di Conca della Campania all’esito delle elezioni del 15 ottobre 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[21] Cfr. Registro degli atti dello stato civile del Comune di Conca in dl.antenati.san.beniculturali.it, nati, 1830, 142.4303, immagine 1.
[22] Cfr. Sottoprefettura del Circondario di Gaeta in Formia Prot. N. 421 del 22 gennaio 1877, riscontro alla nota 505-10 della Prefettura del 29 ottobre 1876, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[23] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 84-1 del 30 gennaio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[24] Cfr. Sottoprefettura del Circondario di Gaeta in Formia nota del 19 gennaio 1877, riscontro alla nota 84 della Prefettura del 30 gennaio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[25] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 84-9 del 14 luglio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[26] Cfr. Ministero dell’Interno Segreteria Generale n° 16316 – 98 108724 del 21 luglio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[27] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 84-10 del 27 luglio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[28] Cfr. Prefettura della Provincia di Terra di Lavoro Prot. N. 84-10 del 27 luglio 1877, Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826.
[29] Cfr. Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, supplemento al n.14 del 18 gennaio 1878
[30] Cfr. Calendario Generale del Regno D’Italia pel 1879, Tipografia Elzeviriana, Roma, 1879 e Calendario Generale del Regno D’Italia pel 1880, Tipografia Elzeviriana, Roma, 1880.
Bibliografia e Fonti
- Archivio di Stato di Caserta, Fondo Prefettura Gabinetto, Busta 75, Fascicolo 826
- Legge 23 ottobre 1859 n. 3702 c.d. “Legge Rattazzi” e ss. Modificazioni
- Un esempio della burocrazia nel Regno d’Italia. Le schede biografiche dei consiglieri delegati (1887), Vincenzo G. Pacifici, Scuola Superiore Amministrazione dell’Interno, 2014
- Prefettura.it/caserta
- Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, supplemento al n.14 del 18 gennaio 1878
- Calendario Generale del Regno D’Italia, Tipografia Elzeviriana, Roma.
- dl.antenati.san.beniculturali.it
Bravissimo! Eccellente lavoro! La memoria storica e la conoscenza delle proprie radici sono l’essenza del futuro!! Complimenti!@
Grazie Lorella, felici che l’articolo ti sia piaciuto 👋🏻