“Figurò nei tempi andati per i suoi bastioni, mura e magnifiche porte…” Così scriveva di Conca, nella seconda metà del XIX secolo, l’Arciprete Giacomo Castrucci.
Effettivamente il paese era cinto da mura, lungo le quali si aprivano tre porte “…vigilate di notte dalle guardie del Principe…”, come suggestivamente suggerisce Lorenzo De Felice.
Lo stesso De Felice ricorda i nomi delle porte:
- “N’capo la terra”, era la porta principale e fu demolita per consentire la costruzione del Palazzo Galdieri, iniziata alla fine del XIX secolo e conclusasi agli inizi del XX secolo.
- “Orto Ranica”, punto di accesso per chi proveniva da Cave giungendo dalla Via Consolare Latina (Via Casilina).
- “Dei Mulini”, era quella per chi arrivava a Conca percorrendo la Sessa Mignano.
Tornando alle mura che cingevano l’abitato, sono ancora visibili quelle a nord-ovest dello sperone ove si allunga il centro storico di Conca, ripulite dalla vegetazione durate i lavori di ripristino del “Sentiero dei Mulini”.
Bibliografia
- San Salvatore Seus Santa Maria della Libera di Conca della Campania (Caserta), Lorenzo De Felice 1993
Galleria Fotografica delle Mura di Conca della Campania
Foto di Diego G. Di Salvo