Quelli che seguono sono frammenti della plurisecolare storia di due opere del patrimonio artistico di Conca della Campania di straordinaria bellezza: il trittico della Vergine con San Pietro e San Paolo, ancora oggi visibile nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, ed il polittico raffigurante la Madonna del Soccorso con San Giovanni Battista e San Bernardino da Siena, opera purtroppo perduta.
In particolare, vedremo come alla fine del XIX secolo ne fu impedita la vendita ad alcuni mercanti d’arte che le avevano adocchiate. [1]
Prima di entrare nel vivo di quei fatti, però, è importante presentare brevemente le due opere, soprattutto a beneficio di chi ancora non le conoscesse.
Il trittico della Vergine delle Grazie
Il trittico della Vergine delle Grazie tra San Pietro e San Paolo è un’opera ad olio su legno realizzata nel 1579 da Oratius Rubeus da Paetranus. Fu commissionata dal principe Matteo di Capua ed ornava la cappella del castello di Conca. Alla fine del XVIII secolo il principe Carlo Invitti la donò alla Collegiata di San Pietro, non prima di aver fatto apporre sull’integrazione centrale della pradella le proprie insegne araldiche. [2, 7]
Sul finire del XIX secolo l’opera non era in condizioni ottimali, tant’è che si faticava a leggerne la firma dell’autore. Quello che possiamo ammirare oggi è il risultato di un delicatissimo intervento di restauro, disposto dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento tra il 2003 ed il 2004. [1, 2]
Il polittico della Madonna del Soccorso
Anche quest’opera fu dipinta ad olio su tavola nel XVI sec. ed ornava l’altare maggiore della chiesa del Soccorso. La tradizione la attribuiva ad un misterioso artista chiamato lo “Zingaro”. Raffigurava la Vergine del Soccorso, San Giovanni Battista e San Bernardino da Siena, sovrastati da una cimasa con al centro Cristo Risorto e nei due riquadri laterali l’Annunciazione. I dipinti erano inseriti in una complessa macchina lignea dorata finemente lavorata. [1, 2]
Nel 1882 il polittico versava in stato di totale abbandono; si trovava ancora nella chiesa del Soccorso, sempre chiusa e non più adibita al culto perché fortemente danneggiata. [1]
Peggiorando ulteriormente le condizioni della chiesa, il polittico fu ricoverato nel vicino Santuario della Madonna della Libera. Nel corso degli anni l’opera è stata oggetto di diversi furti ed atti vandalici ed oggi non se ne conserva che qualche frammento. [2]
Il blocco della vendita delle due opere
Riunione della Commissione Conservatrice dei Monumenti ed Oggetti di Antichità e Belle Arti della Provincia di Terra di Lavoro dell’8 marzo 1882
L’8 marzo 1882, presso la sede del Museo Campano di Capua, si riunì la Commissione Conservatrice dei Monumenti ed Oggetti di Antichità e Belle Arti nella Provincia di Terra di Lavoro, sotto la presidenza del Vice-Presidente commendatore Giulio Minervini. Tra i punti all’ordine del giorno vi era una comunicazione inviata il 12 febbraio 1882 dal sindaco di Conca Aquilino Galdieri [1, 3].
Il sindaco di Conca rendeva noto che nella Collegiata di San Pietro, amministrata dal parroco Tommaso de Angelis ed in quella del Soccorso, appartenente alla Congrega di Carità, vi erano due antichi e preziosi dipinti su legno con cornice dorata, delle dimensioni medie ciascuno di 3X3 metri.
Aquilino Galdieri mostrava la propria preoccupazione perché alcuni mercanti d’arte, interessati alle opere, avevano offerto per il trittico della chiesa parrocchiale la cifra di 1.700 lire (all’incirca 7.500,00 euro di oggi) [4] a don Tommaso de Angelis. Il parroco si era dichiarato disponibile alla cessione ed aveva liberato il trittico, ma era in attesa dell’autorizzazione del Vescovo di Teano.
Prima di congedarsi, il sindaco chiedeva alla Commissione di disporre quanto necessario per la manutenzione e la conservazione delle preziose opere.
Non è inutile ricordare che, ai sensi dell’art. 4 del R.D. 21 Agosto 1869 N 5251 istitutivo della Commissione, il sindaco era obbligato a comunicare qualunque novità relativa ai monumenti conosciuti ed ogni nuovo rinvenimento di oggetti o monumenti rari avvenuto nel proprio comune. [5]
La Commissione investì della questione il Prefetto della Provincia – commendatore Agostino Soragni – presidente di diritto della stessa Commissione. Nel mentre, si riservò di esaminare ed inventariare le opere ai sensi dell’art.6 del R.D. 21 agosto 1869 n. 5251 [6]. Chiese inoltre al Prefetto di imporre al parroco di San Pietro e al presidente della Congrega di non far muovere le opere, poiché le stesse, pur essendo esposte al culto pubblico, erano da considerarsi proprietà dello Stato e quindi inalienabili.
Riunione della Commissione Conservatrice dei Monumenti ed Oggetti di Antichità e Belle Arti della Provincia di Terra di Lavoro del 6 settembre 1882
Il 6 settembre 1882 la Commissione presieduta dal commendator Giulio Minervini si riunì nuovamente. Nella seduta si diede lettura della comunicazione del 20 agosto 1882 in cui il Prefetto riferiva di aver chiarito tanto al parroco don Tommaso de Angelis quanto al presidente della Congrega di Carità l’inalienabilità dei dipinti.
Il sindaco Aquilino Galdieri, d’altra parte, assicurava che i soggetti intimati avevano effettivamente dismesso ogni intenzione di alienazione; le opere, quindi, potevano dirsi salve.
Lo stesso sindaco coglieva l’occasione per tornare a chiederne con urgenza l’esame e l’inventariazione, affinché si potessero finalmente avviarne la manutenzione e la conservazione. La Commissione incaricò delle necessarie operazioni il segretario Gabriele Jannelli ed il componente Onofrio Buccini.
Note, Bibliografia e Fonti
- Atti della Commissione Conservatrice dei monumenti ed oggetti di antichità e belle arti nella Provincia di Terra di Lavoro, Biblioteca nazionale centrale di Roma, 1880-1882.
- Ricognizione e restauro del Patrimonio Artistico della Collegiata, Pasquale Comparelli, Parrocchia San Pietro Apostolo di Conca della Campania (Caserta), 2005.
- Cfr. Calendario Generale del Regno d’Italia, Tipografia Elzeviriana, Roma, 1882 – Pag. 340.
- Stima effettuata dal sito inflationhistory.com
- Art. 4. “Il Prefetto Presidente commetterà ai Sindaci di vigilare la conservazione dei monumenti esistenti nel loro territorio; ed i Sindaci avranno l’obbligo di riferire al Presidente qualunque novità relativa ai monumenti stessi, e qualunque oggetto o monumento raro che si fosse scavato”.
- Art. 6 “Essa dovrà’ compilare e tenere in regola gli inventari di tutti gli oggetti d’arte esistenti in edifici pubblici, sacri e profani, o che sono esposti al pubblico in edifici privati”.
- Giuseppe Angelone e Gianluca Vitagliano, L’altra S. Eraclio. La Chiesa collegiata di Pietravairano prima del XIX secolo tra storia e restauri, in «Annuario dell’Associazione Storica del Medio Volturno», 2009, pp. 11-14. L’articolo di cui sopra era stata un’anteprima del seguente studio monografico, uscito pochi mesi dopo: Giuseppe Angelone e Gianluca Vitagliano, L’altra Sant’Eraclio. La chiesa collegiata di Pietravairano tra storia e restauri, GraficArt, Formia, 2010, pp. 9-10
- Immagine di copertina di Mimmo Feola