Antonio Di Felice e Maria Teresa Imbriglio sono due giovani innamorati nella Conca del 1860. Lui è un possidente di 23 anni, figlio di Vincenzo e Carolina Sarao, residente a Conca. Lei ha 19 anni (minore), è figlia di Angelo e Caterina Simeone e risiede a Catailli.
Questa storia d’amore, però, crea non poco scompiglio a Catailli e dintorni; i due giovani, infatti, convivono senza essere sposati e, cosa ancora più scandalosa, “si fanno vedere nelle grotte e nelle campagne”.
Don Domenico Perillo difensore dell’integrità morale
Il parroco di Catailli – don Domenico Perillo [1] – cerca di convincere i giovani a regolarizzare la loro unione, ma non riesce nell’intento e addirittura denuncia di aver ricevuto insulti e minacce.
A questo punto, il 20 maggio 1860, il Curato indirizza una missiva al Vicariato Capitolare di Teano, riferendo i particolari della “annosa e scandalosa tresca”.
Il Vicariato Capitolare di Teano scrive all’Intendente di Terra di Lavoro
Il 23 maggio 1860 il Vicario Capitolare di Teano – don Andrea Stavolone [2, 3] – scrive all’Intendente della Provincia di Terra di Lavoro. Riferisce quanto appreso dal Curato della Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Catailli e chiede un “castigo” con pene di polizia per il giovane Antonio Di Felice.
Il testo della missiva dal Vicariato all’Intendente
Al sig. Intendente della Provincia di Terra di Lavoro (Caserta)
Teano 23 maggio 1860
Signore,
il Curato di Catailli di Conca nel Circondario di Roccamonfina con uffizio del dì 20 andante mese mi ha fatto sapere, che un certo Antonio Di Felice del fu Vincenzo tiene annosa e scandalosa tresca con Teresa Imbriglio di Angelo coabitando nella medesima casa, e quel ch’è peggio e scandalo più forte si è che si fanno vedere nelle grotte e nelle campagne.
Egli il Curato paternamente gli ha ammoniti per questo scandaloso procedimento, ed intanto non solo non ne ha riportato alcun frutto dall’ammonizione, ma bensì ha ricevuti insulti, invettive e minacce. Mi rivolgo a lei onde sia castigato il Di Felice con pena di Polizia. [3]
L’Intendente ammonisce Antonio Di Felice e chiede al Sottointendente di Gaeta di vigilare
L’Intendente di Terra di Lavoro convoca dunque Antonio Di Felice ed ordina che si proceda all’acquisizione di tutte le informazioni utili sui due giovani. L’Intendente, non potendo procedere per concubinato poiché i giovani sono liberi da vincoli matrimoniali, ammonisce severamente Antonio per la propria condotta e scrive al Sottointendente di Gaeta, chiedendogli di monitorare ed informare tanto sulla condotta di Antonio che “della di lui druda” Teresa.
Il testo della missiva dall’Intendente di Caserta al Sottointendente di Gaeta
Caserta 23 giugno 1860
Al Sottintendente di Gaeta
Signore,
in continuazione del mio uff. del di 9 andante #7945 la … di essersi presentato a me il nominato Antonio Di Felice, di Catailli di Conca, e dopo di averlo debitamente ammonito l’ho licenziato.
La prego intanto ad informarmi della condotta tanto del Di Felice che della di lui druda Teresa Imbriglio, e sulle qualità di costei.
L’Intendente [3]
L’integrità morale è salva: Antonio e Teresa si sposano
Dopo tante pressioni, il 13 settembre 1860, dinanzi al sindaco Aniello Galdieri e a 4 testimoni, Antonio e Teresa fanno solenne promessa di matrimonio. Il matrimonio viene celebrato il successivo 30 settembre dallo stesso parroco Domenico Perillo, alla presenza dei testimoni Domenico Amato e Antonio Valentino.
Note, Bibliografia e Fonti
- Antenati, gli archivi per la ricerca anagrafica (dl.antenati.san.beniculturali.it/)
- Cfr. Il rifiuto di don Andrea Stavolone, Pasquale Giorgio (Il Sidicino – Anno VIII 2011 – n. 5 Maggio)
- Archivio di Stato di Caserta, serie Alta Polizia di Intendenza di Terra di Lavoro
- Immagine di copertina: Il bacio (Francesco Hayez, 1859)
Complimenti per la ricerca accurata e dettagliata.
Ci sono tutti gli estremi per farne una soap televisiva!!
Buongiorno Gabriele, siamo felici che questo pezzo dal taglio “insolito” per il nostro sito sia gradito. Saluti e a rileggerci 🙂