Il percorso di ricostruzione degli eccidi nazisti perpetrati a Conca della Campania nell’autunno del 1943 è stato lungo e travagliato; ed ancora oggi numerosi sono gli interrogativi che si offrono agli studiosi.
In un contesto storico e tecnico diverso rispetto a quello attuale si sviluppavano le prime iniziative di “cittadini illuminati”, proprio come quella che vogliamo raccontare oggi.
Si tratta di due lettere del settembre 1969 inviate in successione al direttore della Domenica Del Corriere. La prima è a firma di un parente di due vittime dell’eccidio di Faeta, la seconda, di risposta, del cav. Lorenzo De Felice.
La lettera di Gennaro Ricci
Nella prima lettera pubblicata sul numero 36 del 9 settembre 1969, Gennaro Ricci da Marigliano (NA) scrive:
Egregio Direttore, sono un assiduo lettore della Domenica del Corriere e sul n. 30 ho letto il servizio da Monaco del signor Santoro, sul caso del vescovo Defregger, ufficiale nazista che ordinò la fucilazione di 14 ostaggi a Filetto di Camarda. Vorrei segnalare un altro eccidio, forse rimasto sconosciuto in Italia, del quale fino ad oggi non siamo riusciti a conoscere i colpevoli.
A poca distanza dalla zona di combattimento del triangolo di Mignano Monte Lungo, Monte Camino, Roccamonfina, vi è il comune di Conca della Campania e alcune sue frazioni fra le quali Cave.
Il 1° novembre 1943 i soldati tedeschi in ritirata, dopo avere distrutto circa la metà della frazione Cave, rastrellarono tutti i vecchi ed i ragazzi che poterono trovare (una quindicina), li portarono in un fossato e lì, dopo averli costretti a scavarsi la fossa, li uccisero a colpi di mitra; cercarono poi di occultare il loro misfatto sotterrandoli alla meglio.
Ci fu qualcuno che vide e sparse la voce dell’eccidio; ma nulla si poté fare fino all’arrivo degli anglo-americani, che giunsero il giorno dopo (2 novembre), e così le vittime furono seppellite decentemente dopo aver proceduto ad un parziale riconoscimento dei corpi; ma i più erano sfigurati dalle pallottole. Dopo molto tempo furono recuperati e traslati nel cimitero comunale di Conca della Campania, dove riposano insieme con altre vittime della guerra.
Faccio presente, per maggiori chiarimenti, che per Conca della Campania, e la sua frazione Cave, passa una strada che allora divenne di vitale importanza per le forze in campo, strada che unisce la statale Appia con la Casilina attraverso i comuni di Sessa Aurunca, Roccamonfina, Conca. Da qui si biforca: una porta a Mignano Monte Lungo, l’altra, per la frazione Cave, alla Casilina; in queste zone furono combattute aspre battaglie imperniate su Monte Camino.
lo sono un nipote di due degli uccisi e so che è trascorso molto tempo da allora, ma spero che con le informazioni datevi (altre non ne ho) si possa raggiungere un risultato positivo nelle ricerche degli uccisori. Se sarà possibile mi recherò sul posto e, dato che ho parenti a Cave, cercherò di conoscere altri particolari dell’eccidio.
Domenica del Corriere n 36 del 9 settembre 1969 - Pag. 11La lettera di Lorenzo De Felice
A questa lettera, sul successivo numero 38 del 23 settembre 1969 replica il cav. Lorenzo De Felice, il quale scrive:
Egregio Direttore, in relazione alla lettera apparsa sul n. 36 del 9 corr. a pg. 11 a firma di Ricci Gennaro da Marigliano, la informo che l’eccidio avvenuto ad opera delle truppe tedesche in ritirata, nella zona di Conca della Campania non è rimasto affatto sconosciuto. Pende anzitutto la richiesta avanzata, per il riconoscimento ufficiale per la concessione di Medaglia d’Oro, quale “comune martoriato”.
Aggiungo: alla frazione Cave ove vivevano i parenti del Ricci, le persone trucidate furono 19, e complessivamente nel comune vi furono quaranta pacifici cittadini passati per le armi senza avere alcuna colpa, due orrendamente arsi vivi.
Una mia documentata pubblicazione è stata presentata al ministro Giacinto Bosco, attuale ministro delle finanze.
Domenica del Corriere n 38 del 23 settembre 1969 - Pag. 10I documenti citati sono a nostro avviso importanti perché testimoniano un interesse risalente ed un dibattito vivo e diffuso nella riscoperta di queste pagine dolorose della nostra storia.